Scritture migranti. N.14 (2020)
ISSN 2035-7141

Viaggio e Sconfinamenti
a cura di Emanuela Piga Bruni e Pierluigi Musarò

Suite S'Û

Paolo Angeli www.paoloangeli.com

Paolo Angeli cresce con il viso rivolto verso il mare, a Palau, nel Nord della Sardegna. A partire dallo strumento tradizionale ha ideato una vera e propria chitarra-orchestra: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare creazione rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock. Nel 2018 Angeli si è esibito alla Carnegie Hall di New York, entrando così nella rosa dei più importanti musicisti 'innovatori con radici' della scena mondiale. Il suo album Jar'a (2021) è in corsa per i Grammy Awards nella sezione “Best Contemporary Instrumental Album”.

Pubblicato: 2021-12-27

foto di Paolo Angeli © Nanni Angeli

1. Due tempi

2. barrio Sur

3. Mancina

4. Vlora

5. Blu di Prussia

6. Stabat Mater

Ho sempre pensato che l’essere umano non possa stare fermo: non è nella sua natura. Che gli individui in transito siano mossi dalla curiosità di conoscere o dalla speranza, o costretti da necessità e in fuga, il desiderio del viaggio segna i contemporanei.

Nella suite S’Û potete trovare una musica ibrida che riflette sulla società occidentale, autoreferenziale, arroccata e anacronistica, che innalza muri tra le sponde del Mediterraneo per proteggere la fortezza Europa. Le mie riflessioni non cercano la risoluzione dei contrasti ma una loro convivenza creativa, ora con dissonanze, ora con progressioni armoniose, ora con ritorni a casa in un pugno di accordi. S’Û è qualcosa che sta al di sopra, che ha a che fare con le stratificazioni delle vernici consumate dal passo del tempo di una vecchia barca in legno, con la Mancina di carico e scarico del mio paese, Palau, e di mille porti da cui ha inizio ogni avventura legata al mare.

Cosa portiamo con noi? Cosa lasciamo nel porto di partenza tra le gómene arrotolate? Cosa ci accoglie al nostro arrivo? Dentro la suite c’è la frenesia balcanica e la speranza della nave Vlora – immagine biblica della prima migrazione albanese degli anni Novanta –, la luminosità di salti avventurosi e gli approdi immaginati su terre remote. Il racconto musicale include una pluralità di voci, con reminiscenze nord africane filtrate da venature psichedeliche, a enfatizzare immagini oniriche abbozzate con pastelli a cera. Nella ballata Blu di Prussia, i raggi del sole penetrano il fondo del mediterraneo. Tra le sponde, con l’incedere cadenzato della risacca, le sue acque hanno respirato all’unisono con la nostra Storia. Chiudiamo questo viaggio con la voce: uno Stabat Mater, espressione vocale della Settimana Santa e della tradizione sarda, che in questo contesto diviene sacralità laica nello straziante estremo saluto della madre al figlio.