«La nostra casa può viaggiare». Fantasie e impossibilità del ritorno nella narrativa di Ubah Cristina Ali Farah
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2035-7141/16569Parole chiave:
Migrazione, Ritorno, Postcoloniale, Identità, Ubah Cristina Ali FarahAbstract
In questo articolo l’opera narrativa di Ubah Cristina Ali Farah viene riletta mettendo al centro le fantasie di ritorno o riconnessione alla terra d’origine dei personaggi di Madre piccola (2007), Il comandante del fiume (2014) e Le stazioni della luna (2021). Tutti questi romanzi raccontano processi di ricomposizione delle identità frammentate dalla migrazione, e pervengono a un superamento o alla ridefinizione del concetto di ritorno. Tale dinamica viene qui osservata attraverso cinque aspetti: 1) la contaminazione culturale degli spazi; 2) il continuo attraversamento della frontiera linguistica; 3) il ripensamento dei legami familiari; 4) un’idea più ampia e non geograficamente definita della madrepatria; 5) l’individuazione della scrittura come spazio del ritorno.
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