Come una goccia che cola sul vetro
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2035-7141/13870Parole chiave:
Paesaggio, Turismo, Migrazione, Abitare, CamminareAbstract
Prendendo spunto da tre diverse figure di viaggiatore – il turista, il migrante e il pendolare – l’articolo ne tratteggia una quarta, quella di chi si sposta in un territorio familiare come se fosse straniero, in particolare camminando senza una mappa, orientandosi soltanto con il paesaggio, per raggiungere una località scelta in maniera casuale. Lo straniamento, la rinuncia a seguire un percorso stabilito, o a trovare la via grazie a una rappresentazione cartografica, vengono analizzate come strategie per un abitare più consapevole, in movimento, capace di andare oltre l’appartenenza e l’appropriazione, basato su una conoscenza locale, dal basso, attenta ai dettagli. Una conoscenza che nasce da un rapporto diretto con il paesaggio, dove i luoghi sono incroci di traiettorie, sovrapposizioni di tempi e ritmi, di gesti e abitudini, di andirivieni e storie, prima ancora che porzioni di spazio. Soggetti da frequentare e non oggetti da interpretare. Snodi di trame diverse che è possibile comprendere solo attraversandoli come una goccia che cola su un vetro.
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